Fondi per la ripartenza, la sfida della Campania

Bene ha fatto Giovanni Laino, sulle pagine di La Repubblica Napoli, ad invocare, nell’ideazione e realizzazione dei progetti finanziati dal Piano Nazionale per la Qualità dell’Abitare, un vero e proprio cambio di paradigma. La scelta del governo di estendere l’iniziale previsione di un fondo di 400 milioni, con le risorse del PNRR, fino a 3 miliardi e 200 milioni ha consentito di ampliare l’elenco di progetti approvati fino al significativo numero di 271. Una soluzione dettata dalla necessità di accelerare il procedimento di selezione degli interventi, dati i tempi contingentati per la loro realizzazione, ma che inevitabilmente rischia di promuovere, accanto a programmi di indubbia qualità, anche progetti improntati ad una cultura dell’abitare ormai datata e decontestualizzata. Di qui il richiamo a perseguire una visione progettuale ed innescare processi partecipativi in grado di assicurare il raggiungimento di obiettivi ormai irrinunciabili quali il contenimento dell’uso del suolo e il contemporaneo ricorso alla rigenerazione urbana, la qualità architettonica delle tipologie e tecnologie edilizie, l’attenzione al valore ecosistemico degli spazi pubblici, la centralità del tema dell’inclusione sociale.

Tutti questi indicatori sono stati tenuti ben presenti nei progetti predisposti dalla Regione Campania, che ha visto approvate tutte e tre le proposte avanzate e che Laino conosce per aver partecipato, come docente universitario, alla loro formulazione. Le tre proposte regionali riguardano, la prima un intervento localizzato nell’area del Masterplan del litorale Domitio-Flegreo, con il riuso di immobili confiscati alla camorra e la sperimentazione di un Agrivillaggio, in un territorio fortemente caratterizzato dalla presenza di migranti, spesso irregolari. Una seconda proposta ha come obbiettivo quello di contrastare i fenomeni di spopolamento delle aree interne, in particolare tra le province di Avellino e Salerno, anche in questo caso utilizzando la leva dell’offerta di residenze pubbliche e sociali come nuovo modello insediativo.

Il terzo progetto riguarda un programma già avviato, nel quartiere San Gaetano a Chiaiano, al confine di Scampia, risalente addirittura ai tempi del Piano Marshall, con una altissima densità abitativa e per il quale si prevede una completa trasformazione, con demolizione degli edifici esistenti e la loro sostituzione. Per redigere le proposte progettuali, in tempi davvero ristretti, la Regione e l’Acer, l’Agenzia che fungerà da soggetto attuatore, hanno coinvolto due dipartimenti universitari della Federico II e della Vanvitelli, tecnici ed operatori quali l’Associazione Don Peppe Diana, numerose amministrazioni locali, società erogatrici di servizi, ecc. Anche le modalità di attuazione del programma appaiono innovative, nella direzione auspicata di partecipazione e condivisione, dal basso, sino a prefigurare la nascita di vere e proprie Agenzie di Quartiere.

Le questioni sollevate da Laino consentono però di estendere la riflessione sulle opportunità legate all’imminente arrivo in Campania di risorse come mai prima, per riqualificare case e città. La Regione Campania aveva già destinato, nei mesi scorsi, circa 80 milioni finanziando 15 interventi del Programma PIERS, a cui ora si aggiungono i 21 PinQua, per altri 260 milioni. E’ di questi giorni la notizia dell’assegnazione alla Campania di altri 295 milioni, nell’ambito del Fondo complementare al PNRR, la quota più alta assegnata ad una regione italiana nel riparto ministeriale. Ed è solo una parte delle risorse cui i nostri Enti territoriali potranno aspirare: Città metropolitana e comuni con una popolazione superiore ai 15mila abitanti potranno partecipare ai bandi nazionali finanziati per circa 6 miliardi, ancora 1 miliardo è stato destinato per l’edilizia universitaria. Infine, non bastasse quanto sin qui ricordato, ben 18 miliardi sono riservati ai bonus per la riqualificazione del patrimonio di edilizia residenziale, sia pubblica che privata.

Per una volta, davvero, la sfida non è nel reclamare più risorse ma, per quello che ci riguarda, in primo luogo come regioni e territori meridionali, nel saperle intercettare, predisporre progetti nei tempi assegnati, essere in grado di realizzarli. Occorrerà cambiare passo, esprimere una diversa cultura urbana e dell’abitare, tutti, ciascuno per la propria parte di responsabilità: istituzioni, forze politiche, parti sociali, tecnici e operatori. Con la consapevolezza che, se qualcuno proporrà di riprendere dal punto in cui ci eravamo fermati, non è questo il tempo e la sfida che ci attende, quanto piuttosto ricostruire il Paese, riformandolo profondamente. Ad esempio costruendo e riqualificando case e quartieri in maniera sostenibile, in città più solidali e inclusive, rilanciando l’economia e l’occupazione. Davvero non possiamo permetterci di perdere questa occasione.
Bruno Discepolo
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Intervento pubblicato su La Repubblica_Napoli del 04.08.2021

 

Con questo articolo, continua la sezione dei DIALOGHI aperta ad una riflessione sui temi della ripresa economica e sociale, dopo il periodo difficile della pandemia che non abbiamo ancora alle spalle.

Un mio intervento in risposta alle sollecitazioni di Giovanni Laino, pubblicati entrambi su La Repubblica_Napoli.

Un render del progetto RIABITARE LE AREE INTERNE, finanziato dal Programma Ministeriale PINQuA.

Un render del progetto RIABITARE LE AREE INTERNE, finanziato dal Programma Ministeriale PINQuA.



Giovanni Laino, La Repubblica_Napoli, 01.08.2021