è stato un percorso lungo e difficile, ma ora l’isola ha finalmente le regole
Il Mattino
21.08.2025
A distanza di 8 anni dal terremoto e quasi tre dall'alluvione che investì Casamicciola Terme, Lacco Ameno e Forio, dolore e ferite sono ancora i sentimenti prevalenti nella comunità ischitana, e non solo. Al ricordo delle vittime si associa oggi la consapevolezza della fragilità del territorio, alla dimostrazione di resilienza e al rifiuto ad abbandonare i luoghi di un'esistenza, il timore dei rischi e la paura di eventi non cancellabili. A questo, e molto altro, ha provato a dare una risposta il Piano di ricostruzione dei tre comuni isolani colpiti dal sisma del 2017 e dalla frana del 2022, redatto dalla Regione Campania e condiviso 10 giorni fa nella Conferenza dei servizi di pianificazione, da tutte le istituzioni coinvolte: il Commissario straordinario di governo, l'Autorità distrettuale di bacino, il Ministero della cultura, la Città metropolitana, le tre amministrazioni coinvolte.
Ha finalmente visto la luce un piano che ha richiesto più di sei anni di lavoro e che era praticamente terminato nel novembre del 2022 e a seguito della devastante alluvione del 26 novembre rielaborato e integrato, anche in considerazione delle modifiche normative introdotte dal Parlamento. Più il lavoro è andato avanti nella ricostruzione di un quadro conoscitivo aggiornato delle condizioni geo-morfologiche, pedologiche, forestali e agronomiche, di sismicità, dei tre comuni e più forte si è evidenziata la complessità di redazione di un piano in grado di assicurare il punto più alto di equilibrio tra il prioritario obiettivo della messa in sicurezza delle aree e degli abitanti con quello, egualmente non trascurabile, di evitare l’ allontanamento definitivo di gran parte della popolazione e il rischio di scomparsa di interi centri abitati, della loro memoria e identità.
Man mano che il lavoro procedeva con il contributo di strutture specializzate, centri di competenza e dipartimenti universitari, impiego di tecnologie e strumentazione avanzate, tanto da poter affermare che oggi l'isola è uno dei luoghi più e meglio indagati al mondo, è emerso chiaramente il livello di fragilità e compromissione di molte parti del territorio, spesso anche per alterazioni profonde apportate alla natura dei luoghi, come nel caso di impluvi ostruiti o edificazioni realizzate negli alvei e nelle incisioni idrauliche.
Lo studio alla base del piano si è alimentato, come previsto espressamente dalla legge, del propedeutico aggiornamento del Piano stralcio dell'Autorità distrettuale di bacino e del Programma di interventi di mitigazione del rischio da parte del commissariato straordinario. Il Piano di ricostruzione di Ischia rappresenta inoltre una nuova generazione di questa tipologia di piani, ad esempio quelli redatti negli ultimi anni nel Centro Italia, e presumibilmente costituirà un paradigma per i successivi. Il piano agisce contemporaneamente a livello territoriale, di area vasta, coinvolgendo tre comuni, è un Piano attuativo, prevedendo interventi alla scala delle UMI, Unità minime di intervento, infine ha valore di Piano paesaggistico. Per conseguire questo risultato, nelle more dell'approvazione del Piano paesaggistico dell'intera Campania, Ministero della cultura e Regione hanno anche sotto questo aspetto innovato metodi e procedure, approvando una sezione funzionale del Ppr per l'ambito identitario d’ Ischia, come anticipazione del nuovo strumento di pianificazione paesaggistica.
Guardando alle nostre spalle possiamo davvero essere soddisfatti del lavoro svolto, complesso, difficile, a volte animato da contrasti e differenti, ma sempre legittimi, punti di vista, con il contributo responsabile di tutti i soggetti istituzionali, con il coinvolgimento e la partecipazione di cittadini e associazioni, con il rammarico di non essere riusciti a terminare prima, ma consapevoli di avere dato il massimo per la riuscita dell'impresa.
Il Piano prevede un nuovo assetto urbanistico delle aree coinvolte, la messa in sicurezza del territorio e degli immobili, così come la delocalizzazione di quelli ritenuti incompatibili con i livelli di sicurezza, interventi inoltre di riqualificazione ambientale e paesaggistica, il rinvio a progetti di competenza comunale per ambiti pubblici rilevanti.
Le comunità dei tre centri d’Ischia possiedono oggi, con le loro amministrazioni, tutti gli strumenti per portare avanti la ricostruzione, disciplinare urbanisticamente il territorio, rilanciare l'economia, in un contesto di sicurezza e sostenibilità.